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sabato 4 ottobre 2014

Alleanza Fi-Ncd, le condizioni di Gentile Il coordinatore alfaniano lavora per trovare l'accordo. Sì alla Ferro, ma stop alle liste civiche. Per arginare Scopelliti. Martedì la riunione decisiva a Roma

LAMEZIA TERME L'uscita di D'Ascola ha spiazzato tutti gli alfaniani calabresi. La sua apertura a un'eventuale alleanza con il Pd per le prossime regionali («sarebbe pazzesco immaginare che un accordo di governo non possa essere replicato a livello regionale») è stata una sortita estemporanea, un'analisi personale non concordata. Per il resto, il coordinatore di Ncd Tonino Gentile continua a piantare i semi nel terreno del centrodestra, per creare una coalizione la più ampia possibile. Ma a condizioni precise. Ncd prenderà altre strade solo in caso di chiusura netta da parte di Fi. E allora tutto potrebbe succedere, perfino una "partnership" con i democratici. Replica più o meno fedele di quella che regge le sorti del governo Renzi. Ipotesi che potrebbe divenire più solida se alle primarie del centrosinistra dovesse prevalere Callipo, fedele seguace del premier a cui non farebbe troppo specie ripetere schemi felici su scala ridotta. Con Oliverio diventerebbe tutto più difficile.
Ma sono solo scenari possibili. Gentile è invece ancora proiettato sul presente spicciolo, alla ricerca del miglior posto al sole per il suo partito e delle condizioni migliori per dare ai calabresi un centrodestra «rinnovato». Che, per il senatore cosentino, significa una cosa, in particolare: liberare la coalizione dalle scorie del "modello Reggio" e dello scopellitismo. Ecco, il public enemy di Tonino è solo lui, Peppe (consapevolezza ricambiata dall'ex governatore), la cui influenza deve essere disinnescata per il bene di Ncd. Passa da questa premessa il lavoro che Gentile sta portando avanti da settimane nei tavoli romani. La sua crociata contro le liste civiche che potrebbero imbarcare i fuoriusciti alfaniani fedeli a Scopelliti ha proprio lo scopo di tagliare le gambe alla ripartenza politica dell'ex sindaco di Reggio. A tutto vantaggio di Ncd.
L'ex sottosegretario alle Infastrutture va ripetendo ai suoi collaboratori la conditio sine qua non per sancire il patto con Fi: «Se il coordinamento di Matteoli firmerà l'accordo che impedisce la ricandidatura dei consiglieri regionali uscenti nelle civiche, Ncd farà parte della coalizione». Senza questa accordo, non esistono margini di manovra per un matrimonio la cui eventualità, al termine del concitato Ufficio di presidenza azzurro, è stata negata da Paolo Romani. Ma che oggi riprende vigore in seguito alla linea possibilista mantenuta da Altero Matteoli, così come confermato nell'intervista rilasciata oggi al Corriere della Calabria. «Ormai ci siamo – ha detto il presidente della commissione sulle candidature –. Nel giro di 24-36 ore ufficializzeremo la nostra scelta» sul candidato governatore. Dovrebbe spuntarla, salvo clamorosi ribaltoni, Wanda Ferro, su cui Fi punta in modo compatto con la piena adesione sia dell'ala alfaniana di Scopelliti sia di Fratelli d'Italia. Gentile – i cui rapporti con la coordinatrice berlusconiana Jole Santelli, grande sponsor della Ferro – ha preso atto della volontà degli "alleati" di schierare la commissaria della Provincia di Catanzaro e non sarebbe, in linea di massima, contrario.
Le resistenze maggiori esistono invece proprio in casa Fi, dove la compagine reggina non ha ancora riposto in un cassetto la speranza di avere Peppe Raffa come candidato governatore della coalizione. L'ex parlamentare Nino Foti non molla, con il deputato Pino Galati che resta ufficialmente fuori dallo scontro, anche se la candidatura finale di Raffa non gli dispiacerebbe affatto.
Già per domani, comunque, i forzisti potrebbero ufficializzare la discesa in campo della Ferro. Ma è più probabile che la decisione venga pubblicizzata all'indomani delle primarie del centrosinistra. Forse giusto al termine della riunione romana già in programma per martedì prossimo, a cui dovrebbero partecipare Matteoli, Denis Verdini, Gaetano Quagliariello, Lorenzo Cesa e lo stesso Gentile.
Due gli scenari in agenda: accordo o non accordo. Scopelliti ai margini o Ncd a braccetto col Pd. Tertium non datur.

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