LAMEZIA TERME L'uscita di D'Ascola ha spiazzato
tutti gli alfaniani calabresi. La sua apertura a un'eventuale alleanza
con il Pd per le prossime regionali («sarebbe pazzesco immaginare che un
accordo di governo non possa essere replicato a livello regionale») è
stata una sortita estemporanea, un'analisi personale non concordata. Per
il resto, il coordinatore di Ncd Tonino Gentile continua a piantare i
semi nel terreno del centrodestra, per creare una coalizione la più
ampia possibile. Ma a condizioni precise. Ncd prenderà altre strade solo
in caso di chiusura netta da parte di Fi. E allora tutto potrebbe
succedere, perfino una "partnership" con i democratici. Replica più o
meno fedele di quella che regge le sorti del governo Renzi. Ipotesi che
potrebbe divenire più solida se alle primarie del centrosinistra dovesse
prevalere Callipo, fedele seguace del premier a cui non farebbe troppo
specie ripetere schemi felici su scala ridotta. Con Oliverio
diventerebbe tutto più difficile.
Ma sono solo scenari possibili. Gentile è invece ancora proiettato
sul presente spicciolo, alla ricerca del miglior posto al sole per il
suo partito e delle condizioni migliori per dare ai calabresi un
centrodestra «rinnovato». Che, per il senatore cosentino, significa una
cosa, in particolare: liberare la coalizione dalle scorie del "modello
Reggio" e dello scopellitismo. Ecco, il public enemy di Tonino è
solo lui, Peppe (consapevolezza ricambiata dall'ex governatore), la cui
influenza deve essere disinnescata per il bene di Ncd. Passa da questa
premessa il lavoro che Gentile sta portando avanti da settimane nei
tavoli romani. La sua crociata contro le liste civiche che potrebbero
imbarcare i fuoriusciti alfaniani fedeli a Scopelliti ha proprio lo
scopo di tagliare le gambe alla ripartenza politica dell'ex sindaco di
Reggio. A tutto vantaggio di Ncd.
L'ex sottosegretario alle Infastrutture va ripetendo ai suoi collaboratori la conditio sine qua non
per sancire il patto con Fi: «Se il coordinamento di Matteoli firmerà
l'accordo che impedisce la ricandidatura dei consiglieri regionali
uscenti nelle civiche, Ncd farà parte della coalizione». Senza questa
accordo, non esistono margini di manovra per un matrimonio la cui
eventualità, al termine del concitato Ufficio di presidenza azzurro, è
stata negata da Paolo Romani. Ma che oggi riprende vigore in seguito
alla linea possibilista mantenuta da Altero Matteoli, così come
confermato nell'intervista rilasciata oggi al Corriere della Calabria.
«Ormai ci siamo – ha detto il presidente della commissione sulle
candidature –. Nel giro di 24-36 ore ufficializzeremo la nostra scelta»
sul candidato governatore. Dovrebbe spuntarla, salvo clamorosi
ribaltoni, Wanda Ferro, su cui Fi punta in modo compatto con la piena
adesione sia dell'ala alfaniana di Scopelliti sia di Fratelli d'Italia.
Gentile – i cui rapporti con la coordinatrice berlusconiana Jole
Santelli, grande sponsor della Ferro – ha preso atto della volontà degli
"alleati" di schierare la commissaria della Provincia di Catanzaro e
non sarebbe, in linea di massima, contrario.
Le resistenze maggiori
esistono invece proprio in casa Fi, dove la compagine reggina non ha
ancora riposto in un cassetto la speranza di avere Peppe Raffa come
candidato governatore della coalizione. L'ex parlamentare Nino Foti non
molla, con il deputato Pino Galati che resta ufficialmente fuori dallo
scontro, anche se la candidatura finale di Raffa non gli dispiacerebbe
affatto.
Già per domani, comunque, i forzisti potrebbero
ufficializzare la discesa in campo della Ferro. Ma è più probabile che
la decisione venga pubblicizzata all'indomani delle primarie del
centrosinistra. Forse giusto al termine della riunione romana già in
programma per martedì prossimo, a cui dovrebbero partecipare Matteoli,
Denis Verdini, Gaetano Quagliariello, Lorenzo Cesa e lo stesso Gentile.
Due gli scenari in agenda: accordo o non accordo. Scopelliti ai margini o Ncd a braccetto col Pd. Tertium non datur.
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