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venerdì 17 ottobre 2014

Bresso, costretti a vivere sulla panchina davanti al cimitero


Da un lato, quindi, Ettore e i compagni di sventura. Dall’altro l’amministrazione comunale soffocata da tagli ai finanziamenti e dal Patto di stabilità, obbligata a rispettare le normative in tema di assegnazione di alloggi popolari. «Sono arrivato al limite, sono pronto a legarmi a un lampione davanti al Comune in segno di protesta – racconta Ettore, 47 anni, ex autista di pullman - Chiedo solo una stanza e un bagno per riconquistare la mia dignità e avere l’opportunità di ricominciare a cercare un lavoro. Le istituzioni non ci stanno dando una mano. La gente ci guarda storto, ma noi ci siamo fatti lasciare una scopa per pulire l’area che utilizziamo. Riusciamo a recuperare qualche soldo per mangiare grazie alla bontà di alcune persone che, sapendo che non facciamo del male a nessuno, ci donano qualche spicciolo.
Il problema è che ora sta arrivando il freddo e la nostra apprensione cresce, come la preoccupazione per la nostra incolumità fisica: già in due occasioni ho rischiato di prendermi una coltellata». Oggi un incontro in municipio potrebbe risolvere la situazione di Ettore. Ma restano Rocco, privo di famiglia che possa portare aiuto, e Klai, ex lavoratore in un’impresa di pulizie senza un tetto a causa di problemi familiari e padre di un bimbo 8 anni.
«Ci stiamo muovendo per aiutare queste persone – spiega Patrizia Manni, assessore ai Servizi sociali -, ma bisogna sottolineare come si stia parlando di uomini adulti e abili al lavoro. Capisco ogni forma di disagio, innegabile per queste persone, ma esistono casi di famiglie in difficoltà e con minori che devono per legge essere prioritarie». «Lunedì abbiamo avuto un incontro con la Croce Rossa e un’associazione sul territorio in cui abbiamo parlato di questo caso – conclude l’assesore – e posso ritenermi fiduciosa. Ma non abbiamo la bacchetta magica e l’emergenza alloggi è forte anche a Bresso. Se non dovessimo trovare una soluzione abitativa immediata, spero che queste persone accettino provvisoriamente un dormitorio».

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