La vittoria di un giovane avvocato di Reggio Calabria: l'ente di riscossione perde una causa ma non vuole pagare. Arriva l'ufficio giudiziario
Come ci sia riuscita non si sa. Ma c'è riuscita. Una giovane avvocato di Reggio Calabria ha vinto la causa impossibile, quella contro Equitalia.
È riuscita addirittura a pignorare i suoi beni a dimostrazione che talvolta anche Davide riesce a mettere al tappeto Golia.
La storia risale al 2011 quando una cittadina reggina riceve a casa
la più classica delle cartelle di Equitalia. Quattro o cinque
contravvenzioni della polizia municipale di Reggio non pagate che sono
lievitate a oltre 500 euro. La signora, disperata, si rivolge a un
avvocato, Samantha Farcomeni, che prende in carico il caso e, dopo aver
studiato la pratica, avanza vizi nella cartella esattoriale:
l'inesistenza giuridica della notifica della cartella; la decadenza dal
diritto di procedere a riscossione; ma, soprattutto, l'ingiustificata
maggiorazione della sanzione per ritardato pagamento. Ed è proprio su
quest'ultimo punto che il legale cita in giudizio sia il Comune di
Reggio sia l'ente di riscossione, chiedendo l'annullamento della
cartella illegittima. Con i tempi soliti della giustizia italiana, la
sentenza arriva nel dicembre del 2013. Il giudice di pace annulla la
cartella e condanna in solido sia il Comune di Reggio Calabria sia
Equitalia al pagamento delle spese legali quantificate in 450 euro.
Il tempo passa, nessuno dei due soggetti si fa vivo con l'avvocato.
Di pagare il conto, insomma, nemmeno l'idea. Così l'avvocato Farcomeni
passa alle maniere forti: il 18 luglio scorso fa partire l'atto di
precetto ovvero l'intimazione volta ad ottenere i soldi, concedendo i
soliti 10 giorni di tempo. Non succede nulla. Equitalia, puntualissima
nel pretendere i pagamenti a suo favore, non lo è quando è lei a dover
pagare. Dunque, il 25 settembre, l'avvocato Farcomeni ordina
all'ufficiale giudiziario di riscuotere i soldi «a casa» del debitore,
ovvero agli sportelli di Equitalia. «Sapendo che il Comune di Reggio, ad
oggi commissariato in vista delle elezioni, non ha in cassa un
centesimo - spiega Farcomeni - mi sono rivolta all'altro debitore che
avrebbe garantito il recupero del credito in maniera certa e in tempi
rapidi. Tutto l'impianto della sentenza si è basato sulla illegittima
maggiorazione della sanzione. Questo unico motivo ha assorbito tutti gli
altri e ciò ha annullato e travolto le ragioni di Equitalia». Per la
prima volta in Italia le parti si sono invertite. Una volta tanto ad
essere moroso non è il cittadino, ma quell'ente che non si vergogna a
mandare cartelle esattoriali a raffica, che intima pagamenti passando
sopra a tutti, che sta col fiato sul collo dei contribuenti senza pietà,
ma che poi, quando deve pagare si gira dall'altra parte. Oltretutto per
una cifra così ridicola. «Sono imbarazzata ma soddisfatta - sorride
l'avvocato Farcomeni - chi di spada ferisce di spada perisce. Questa è
una sorta di rivincita nei confronti di quanti vengono vessati e
martoriati da quel mostro che è Equitalia e che mi auguro presto venga
smantellato». Farcomeni for president .
È riuscita addirittura a pignorare i suoi beni a dimostrazione che talvolta anche Davide riesce a mettere al tappeto Golia.
La storia risale al 2011 quando una cittadina reggina riceve a casa la più classica delle cartelle di Equitalia. Quattro o cinque contravvenzioni della polizia municipale di Reggio non pagate che sono lievitate a oltre 500 euro. La signora, disperata, si rivolge a un avvocato, Samantha Farcomeni, che prende in carico il caso e, dopo aver studiato la pratica, avanza vizi nella cartella esattoriale: l'inesistenza giuridica della notifica della cartella; la decadenza dal diritto di procedere a riscossione; ma, soprattutto, l'ingiustificata maggiorazione della sanzione per ritardato pagamento. Ed è proprio su quest'ultimo punto che il legale cita in giudizio sia il Comune di Reggio sia l'ente di riscossione, chiedendo l'annullamento della cartella illegittima. Con i tempi soliti della giustizia italiana, la sentenza arriva nel dicembre del 2013. Il giudice di pace annulla la cartella e condanna in solido sia il Comune di Reggio Calabria sia Equitalia al pagamento delle spese legali quantificate in 450 euro.
Il tempo passa, nessuno dei due soggetti si fa vivo con l'avvocato. Di pagare il conto, insomma, nemmeno l'idea. Così l'avvocato Farcomeni passa alle maniere forti: il 18 luglio scorso fa partire l'atto di precetto ovvero l'intimazione volta ad ottenere i soldi, concedendo i soliti 10 giorni di tempo. Non succede nulla. Equitalia, puntualissima nel pretendere i pagamenti a suo favore, non lo è quando è lei a dover pagare. Dunque, il 25 settembre, l'avvocato Farcomeni ordina all'ufficiale giudiziario di riscuotere i soldi «a casa» del debitore, ovvero agli sportelli di Equitalia. «Sapendo che il Comune di Reggio, ad oggi commissariato in vista delle elezioni, non ha in cassa un centesimo - spiega Farcomeni - mi sono rivolta all'altro debitore che avrebbe garantito il recupero del credito in maniera certa e in tempi rapidi. Tutto l'impianto della sentenza si è basato sulla illegittima maggiorazione della sanzione. Questo unico motivo ha assorbito tutti gli altri e ciò ha annullato e travolto le ragioni di Equitalia». Per la prima volta in Italia le parti si sono invertite. Una volta tanto ad essere moroso non è il cittadino, ma quell'ente che non si vergogna a mandare cartelle esattoriali a raffica, che intima pagamenti passando sopra a tutti, che sta col fiato sul collo dei contribuenti senza pietà, ma che poi, quando deve pagare si gira dall'altra parte. Oltretutto per una cifra così ridicola. «Sono imbarazzata ma soddisfatta - sorride l'avvocato Farcomeni - chi di spada ferisce di spada perisce. Questa è una sorta di rivincita nei confronti di quanti vengono vessati e martoriati da quel mostro che è Equitalia e che mi auguro presto venga smantellato». Farcomeni for president .
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