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martedì 21 ottobre 2014

New York Times, la Germania voleva far fallire Cipro, Spagna, Irlanda e Grecia

La Germania voleva far fallire mezza Europa. Secondo alcuni documenti segreti che avrebbero dovuto restare tali per circa 30 anni Berlino durante la crisi della banche tra il 2012 e il 2013 avrebbe fatto pressioni per far fallire alcuni Paesi come Cipro, Spagna, Irlanda e Grecia. A pubblicare le carte riservate, dopo una fuga di notizie è stato il New York Times. I documenti riguardano alcuni dei verbali delle riunioni del board della Bce.

I verbali segreti - Secondo il materiale pubblicato dal New York Times, nei consulti tra il 2012 e il 2013 è esploso uno scontro sul salvataggio di Cipro con Germania, Francia e Olanda contrarie all'ipotesi di soccorrere la Laika, la banca popolare dell'isola in crisi. Dopo la pubblicazione dei documenti la Bce ha provato a smentire il contenuto dei verbali. L'istituto ha precisato "in quel caso specifico ci fu pieno consenso in consilgio sulla necessità di chiedere alla Central Banck of Cyprus (CbC), assicurazioni che la banca era solvente, ciò che ci fu esplicitamente confermato dopo un intenso dialogo. La Bce non fu supervisore e si fidò del giudizio della Cbc; è dunque tendenzioso dedurre dalla vicenda conclusioni sulla futura supervisione bancaria da parte dellas Bce stessa". I retroscena su quei vertici infuocati però non finiscono qui.
Berlino contro mezza Europa - Nel materiale del Nyt emerge comunque uno scontro pesante tra il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, i suoi omologhi francesi e olandesi e gli altri componenti del board. A quanto pare la chiusura sugli aiuti da parte della Germania ai paesi in difficoltà non era rivolto solo a Cipro. Infatti, come si legge sul Nyt, "le minute vedono Weidmann opporsi duramente ai salvataggi della Bce della franco-belga Dexia e di banche irlandesi, greche e spagnole”. Un precedente allarmante che fa luce sulle manovre di Berlino alle spalle dei Paesi Europei. La Merkel è pronta a far fuori chiunque pur di mantenere il trono d'Europa.

sabato 18 ottobre 2014

Marco Travaglio risponde a Santoro: "Ti dico perché il fango sono io"


                                                                                                                                                               


La resa dei conti a Servizio Pubblico è solo cominciata. Dopo la rissa in diretta tv e l'ultimatum di Michele Santoro a Marco Travaglio ( "se non rispetti le regole puoi anche andartene", ha affermato il teletribuno) arriva puntuale sul Fatto Quotidiano la risposta di Marco "Manetta". A far scoppiare la lite durante l'ultima puntata di Servizio Pubblico è stato il confronto tra Travaglio e il governatore della Liguria Claudio Burlando. Di fatto Travaglio ha accusato il governatore di avere grandi responsabilità sull'alluvione.

Le finte scuse - Così sul Fatto Travaglio, in modo ironico, chiede scusa: "Mi scuso con il supremo governatore Burlando per aver preditoriamente insinuato che il politico più potente di Genova e della Liguria sia lui, mentre tutti sanno che sono io". E ancora: "Mi scuso per avergli attribuito ingiustamente la cementificazione della sua città e della sua regione, il piano casa tutto cemento, l'imboscamento di 8 su 10 milioni stanziati dallo Stato per l'alluvione del 2010, la piastra di cemento per parcheggi costruita a monte del torrente Fereggiano, il mega centro commerciale per 5mila persone in una zona definita dal suo stesso assessore "a rischio alluvione" dopo la tragedia del 2011, tutte quelle cose brutte le ho fatte tutte io".

"Il fango sono io" - A questo punto Travaglio parla di Servizio Pubblico e della lite con Santoro: "Mi scuso con tutti per aver abbandonato lo studio di Servizio Pubblico proprio quando stavano per convincermi. Ancora dieci secondi e avrei confessato che l'alluvione l'ho fatta io". Poi la chiosa: "Il fango c'est moi", "il fango sono io". Insomma a quanto pare Travaglio non ha nessuna intenzione di fare passi indietro rispetto alle sue posizioni mostrate giovedì sera. Santoro ora cosa farà?

Processo Ruby, i magistrati pronti al ricorso in Cassazione

Le toghe preparano la contromossa per il processo Ruby. Dopo l'assoluzione in appello di Silvio Berlusconi i magistrati sono pronti a dar battaglia in Cassazione. L'uomo che potrebbe preparare il ricorso è il procuratore generale Piero De Petris, impegnato nel processo Ruby-bis, ha 45 giorni per rivolgersi alla Cassazione e, per il suo modo di vedere, sono gli avvocati che annunciano i ricorsi.

La nuova battaglia - De Petris aveva chiesto la conferma della condanna di Berlusconi a sette anni (era l’11 luglio) e aveva spiegato perché i reati esistevano ed erano stati consumati. Secondo De Petris tutti gli indizi e la logica portavano alla colpevolezza di Berlusconi per entrambi i reati, per aver dato un ordine impossibile da rifiutare in questura e per aver frequentato e pagato Ruby, sapendo che era minorenne.
Anche nel processo contro Emilio Fede, Lele Mora (che ha patteggiato) e Nicole Minetti ha chiesto le condanne. Per De Petris l’impianto della procura era in linea di massima condivisibile e solido, corroborato da intercettazioni telefoniche di grande chiarezza, anche per quanto riguardava Ruby-Karima, che parlava della sua minore età e dei soldi per coprire lo scandalo.

Ricorso in Cassazione - Quindi, secondo quanto raccontano le indiscrezioni della procura, De Petris farà il ricorso in Cassazione. Bisogna capire su quali basi e, allo stato, non si può escludere né che la Cassazione confermi l’assoluzione, né che rimandi indietro tutti gli atti (a Milano è successo di recente per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco), facendo rifare un processo d’appello. Ed è su questo punto che De Petris gioca le sue carte. Capire cosa possa accadere in Cassazione non è facile. Ma una cosa è certa: il Cav rischiava grosso in Appello. Le accuse deboli dei pm hanno poi portato alla piena assoluzione. La Cassazione in teoria dovrebbe limitarsi a rivedere le carte del processo ed esprimere un suo parere procedurale e non nel merito della vicenda. Per definizione, i giudici di Cassazione non guardano ad altro che alle carte e, come si dice, "non conoscono nemmeno i nomi dei giudici". Insomma salvo sorprese l'incubo Ruby per il Cav potrebbe chiudersi in breve tempo.

Seppelliscono la nonna col cellulare, poi le inviano un sms e lei risponde

Era un gesto simbolico per continuare a comunicare con lei, ma non si sarebbero mai aspettati una replica: shock e mistero chiarito

Quando Lesley Emerson, 59 enne inglese, ha perso la sua battaglia contro il cancro, i familiari hanno deciso di seppellirla assieme al suo telefono cellulare. Un gesto simbolico per immaginare di poter continuare a dialogare con lei anche dopo la morte. Così la nipote le ha inviato un sms, senza naturalmente aspettarsi risposta, ma non avrebbe mai immaginato che invece sarebbe accaduto l'impossibile. Poco dopo sul suo smartphone è apparsa una risposta dal cellulare sepolto: "Vi proteggo, ce la farete a superare questo momento, andrà tutto bene".
Seppelliscono la nonna col cellulare, poi le inviano un sms e lei risponde
Mistero risolto - La nipote e tutta la famiglia erano sotto shock. "Come è possibile?" si ripetevano. Finché l'enigma non è stato risolto: il numero di Lesley Emerson era stato riassegnato dalla sua società di telefonia mobile a un'altra persona. Da una parte la notizia ha smentito l'ipotesi che qualcuno avesse violato la tomba e li ha rassicurati, ma dall'altra il fatto che il numero della 59 enne fosse stato subito riciclato li ha indignati. L'autore degli sms si è poi scusato, dicendo che aveva pensato che qualcuno gli avesse tirato uno scherzo.

venerdì 17 ottobre 2014

Bresso, costretti a vivere sulla panchina davanti al cimitero


Da un lato, quindi, Ettore e i compagni di sventura. Dall’altro l’amministrazione comunale soffocata da tagli ai finanziamenti e dal Patto di stabilità, obbligata a rispettare le normative in tema di assegnazione di alloggi popolari. «Sono arrivato al limite, sono pronto a legarmi a un lampione davanti al Comune in segno di protesta – racconta Ettore, 47 anni, ex autista di pullman - Chiedo solo una stanza e un bagno per riconquistare la mia dignità e avere l’opportunità di ricominciare a cercare un lavoro. Le istituzioni non ci stanno dando una mano. La gente ci guarda storto, ma noi ci siamo fatti lasciare una scopa per pulire l’area che utilizziamo. Riusciamo a recuperare qualche soldo per mangiare grazie alla bontà di alcune persone che, sapendo che non facciamo del male a nessuno, ci donano qualche spicciolo.
Il problema è che ora sta arrivando il freddo e la nostra apprensione cresce, come la preoccupazione per la nostra incolumità fisica: già in due occasioni ho rischiato di prendermi una coltellata». Oggi un incontro in municipio potrebbe risolvere la situazione di Ettore. Ma restano Rocco, privo di famiglia che possa portare aiuto, e Klai, ex lavoratore in un’impresa di pulizie senza un tetto a causa di problemi familiari e padre di un bimbo 8 anni.
«Ci stiamo muovendo per aiutare queste persone – spiega Patrizia Manni, assessore ai Servizi sociali -, ma bisogna sottolineare come si stia parlando di uomini adulti e abili al lavoro. Capisco ogni forma di disagio, innegabile per queste persone, ma esistono casi di famiglie in difficoltà e con minori che devono per legge essere prioritarie». «Lunedì abbiamo avuto un incontro con la Croce Rossa e un’associazione sul territorio in cui abbiamo parlato di questo caso – conclude l’assesore – e posso ritenermi fiduciosa. Ma non abbiamo la bacchetta magica e l’emergenza alloggi è forte anche a Bresso. Se non dovessimo trovare una soluzione abitativa immediata, spero che queste persone accettino provvisoriamente un dormitorio».

Ragazzo ucciso in Calabria, spunta lo 007 vaticano

Un sacerdote in contatto con il servizio segreto della Santa Sede interviene nell'inchiesta su un omicidio commesso in Calabria. Un mistero su cui proseguono le indagini

Il servizio segreto del Vaticano, “l'Entità” che da quattro secoli spia per conto della Santa Sede, è intervenuto nelle indagini su un delitto di ndrangheta in Calabria. Una vicenda dai risvolti ancora misteriosi che viene rivelata da Lirio Abbate sul numero de “l'Espresso” 

Una storia che comincia con l'omicidio di un diciottenne, assassinato nel dicembre 2009 a Taurianova, alle pendici dell'Aspromonte. Il ragazzo è stato ucciso da un killer solitario mentre festeggiava il compleanno di un'amica. La vittima, Francesco Inzitari, è il figlio di Pasquale, un politico e imprenditore di Rizziconi arrestato nel maggio del 2008 con l’accusa di essere colluso con i clan.

Di fronte all'omertà dei testimoni, vengono messi sotto controllo i telefoni. Cinque giorni dopo una delle testimoni riceve  un sms: «Ciao Angela, ti sei ripresa un po’? Se vuoi qualcosa non farti problemi a chiedermela. Non preoccuparti: sappiamo chi è stato. A presto». A scriverlo è un giovane prete, Giuseppe Francone, originario di Polistena, che all’epoca aveva 25 anni e affiancava il parroco di Rizziconi. Il padre della ragazza chiama il sacerdote per chiedere spiegazioni.

E Don Francone gli risponde di conoscere sia l'esecutore che i mandanti. Poi si mettono d’accordo: non bisogna dire nulla.

I magistrati della procura di Reggio Calabria che conducono l’inchiesta convocano il prete. Ma don Francone si giustifica e minimizza. Spiega solo di «aver sentito alcune voci in parrocchia sui possibili autori del delitto che sono vicini alla famiglia Crea» e di averne parlato in Curia.

Dopo la deposizione, grazie a una cimice nascosta sulla sua auto, i carabinieri registrano una sua telefonata. Il sacerdote chiama il Vaticano e chiede di parlare con la segreteria di Stato. Poi si fa passare un ufficio di copertura dei servizi segreti del Santo Padre e si presenta al suo interlocutore con un codice numerico di sei cifre. A quel punto domanda di «monsignore Lo Giudice», a cui fa rapporto. Accenna all’ipotesi che qualcuno, forse dell’intelligence vaticana, possa avere «interferito» con le indagini. Evoca verbali e archivi, custoditi in Calabria, farà un controllo per vedere cosa emerge su Crea e Inzitari. Infine dice: «L’unica cosa che mi hanno chiesto è che se acquisiamo informazioni di fargliele avere». Ma sottolinea che prima di passare le informazioni ai magistrati vuole trasmetterle in Vaticano, in modo tale che possano «lavorarle» a Roma.

L’unica foto disponibile di don Francone sulla sua pagina Twitter lo mostra mentre stringe la mano  a papa Francesco. Nel 2012 ha lasciato la Calabria e si è trasferito in una parrocchia del quartiere Prati, a pochi passi da San Pietro. L’ipotesi investigativa è che dietro l’uccisione del diciottenne ci sia una vendetta. Una punizione di sangue del clan Crea nei confronti del padre, Pasquale Inzitari, che assieme al cognato Nino Princi avrebbe fatto sapere alla polizia come catturare il padrino latitante Teodoro Crea. E la famiglia Crea dispone di relazioni romane molto forti, anche tra uomini dello Stato. Una vicenda su cui il gip ha ordinato di compiere nuove indagini.

 


La nota del Sismi: "Nel 1993 la mafia voleva uccidere Napolitano"

"Vogliono uccidere Giorgio Napolitano". Il 29 luglio 1993 il Sismi in una "nota interna" sosteneva che una fonte "ancora da verificare" aveva conoscenza e quindi riferito del rischio concreto di un attentato, da compiersi tra il 15 e il 20 agosto di quell'anno, nei confronti di soggetti politici di rilievo, "in particolare Giovanni Spadolini e Giorgio Napolitano". I contenuti della nota vennero poi ribaditi dal Sismi che, qualche giorno dopo, il 4 agosto '93, decide di "esternare" l'informazione che viene cosi' trasmessa ai gabinetti dei ministeri della Difesa, dell'Interno, al comando generale dei carabinieri e della Guardia di finanza, al Sisde, alla Dia. La nota del Sismi e' stata depositata oggi, dai pm della Procura di Palermo, al processo sulla trattativa Stato-mafia.
La nota del Cesis - La nota fa parte di un carteggio inviato nel 2002 dal Cesis (Comitato esecutivo per i servizi di informazione e sicurezza) al pm fiorentino Gabriele Chelazzi che indagava sulle stragi del 1993 e morto a aprile dello stesso anno. Atti di un procedimento che, a Firenze, è stato archiviato, ma su cui i pm palermitano ritengono di dovere approfondire alcuni aspetti. Dagli atti depositati dal pm emerge che - in piena emergenza in seguito alle bombe che da maggio a fine luglio 1992 scoppiarono da Roma a Firenze a Milano - il 6 agosto 1993 al Cesis ci fu un vertice sull'argomento a cui parteciparono i massimi vertici dei servizi, delle forze dell'ordine e anche un rappresentante del Dap (il dipartimento per l'amministrazione penitenziaria). Una tesi, per certi versi fuorviante, tanto che il 10 agosto il capo della Dia Gianni De Gennaro scrive una informativa in cui, per la prima volta, viene descritto lo scenario sulle bombe del 1993, piazzate dalla mafia, sosteneva la Dia, che "voleva intavolare un tentativo di dialogo con lo Stato sul tema del 41 bis".

Travaglio litiga con Santoro e lascia in diretta lo studio di Servizio Pubblico

Travaglio non accetta le critiche di un "angelo del fango" e di Burlando. Santoro lo attacca: "Fin quando sarò vivo accetterò il libero dibattito. Anche che un angelo del fango possa rispondere a Marco Travaglio"

 Divorzio in diretta tv. La coppia più celebre della sinistra catodica italiana va in frantumi davanti alle telecamere. 

 È la fine di un'era. Era da un po' di tempo che tra Marco Travaglio e Michele Santoro le cose non andavano paticolarmente bene. Metti il calo sistematico degli spettatori con il conseguente nervosismo del conduttore, aggiungi le ambizioni da prima donna del condirettore del Fatto Quotidiano e il risultato è esplosivo. Infatti, giovedì sera, le tensioni sono fatalmente deflagrate con un boato la cui eco durerà a lungo. Travaglio incrocia la spada con il presidente della Regione Liguria e con un anonimo angelo del fango che "osa" essere in disaccordo con lui. Lesa maestà. La spocchia del giornalista più antiberlusconiano del Paese ha il sopravvento, solo lui può parlare. Santoro s'imbizzarrisce e lo invita a confrontarsi con tutti. E' solo l'inizio. Poi le polveri si infiammano. Il giornalista del Fatto attacca il governatore: "Risponda lei alle porcate che ha fatto in 30 anni". Il conduttore di Servizio Pubblico non ci sta e sbotta: "Non si insultano le persone, basta". Travaglio si alza e lascia lo studio... Ma non è finita, il giornalista salernitano posa la pietra tombale: "Fin quando sarò vivo accetterò il libero

 

giovedì 16 ottobre 2014

Imposte guardianie a terreni,tre arresti Indagine Squadra mobile Reggio,agricoltori vessati in tutti modi


La Squadra mobile di Reggio Calabria ha arrestato tre persone accusate di estorsione aggravata ai danni di alcuni proprietari terreni della Piana di Gioia Tauro imponendo loro guardianie abusive a terreni. Il provvedimento è stato notificato in carcere a Domenico Cianci, 67 anni; Rocco Pesce (45) è stato arrestato e Luigi Cutrì (70) è stato posto ai domiciliari. I proprietari terrieri erano costretti a subire ogni tipo di vessazione. Le vittime hanno collaborato.

Beppe Grillo, il guardaspalle è uno spacciatore


Odia i pregiudicati, ma si fa scortare da uno di loro. Predica la legalità, poi però sfila accanto a personcine ben note alle forze dell’ordine. Stupefacente Beppe Grillo: fischiato nella sua Genova e smentito dalla Rete. Le immagini parlano da sole. Dicono che ciò che ha scritto Ilario Lombardo sul Secolo XIX di ieri risponde a verità. Inutile che il Movimento Cinquestelle provi a negare e prenda le distanze dai suoi attivisti. Assicuri che è tutto in regola e che gli amici di Beppe sono «persone pulite». La passerella genovese del comico nei luoghi dell’alluvione si è rivelata, in realtà, un boomerang, la gag peggiore, una battuta che fa piangere. Oltre alle contestazioni, è venuto fuori pure che gli energumeni di cui Grillo si era circondato (forse per paura di prendersele dai suoi concittadini), non sono certo così «gandhiani come i grillini vogliono fare credere. Uno, in particolare, Daniele Tizzanini, è un ultrà del Genoa con alle spalle una condanna per un’aggressione compiuta con altri tifosi a un pullman di sostenitori del Verona. Ma soprattutto è un pregiudicato (parola tanta cara al Movimento quando si tratta di Berlusconi), visto che nel 2002 è stato arrestato con altre due persone per spaccio di droga.

Precari protestano a Villa San Giovanni, bloccati traghetti verso Sicilia Iniziativa nell'ambito di una manifestazione promossa da Cisl e Uil

mercoledì 15 ottobre 2014

Nella passerella di Genova Grillo scortato da pregiudicato Daniele Tizzanini, disoccupato, ultras condannato per reati da stadio e spaccio

Oltre a beccarsi le contestazioni da parte degli "angeli del fango", Beppe Grillo fa parlare di sé per un'altra questione: quella delle guardie del corpo



Infatti, nella sua passerella a Genova, il leader del Movimento 5 Stelle era accompagnato da quattro bodyguard a cui ha dato istruzione su come comportarsi con i giornalisti. Uno di queste guardie del corpo è Daniele Tizzanini, disoccupato, 43 anni, ultras condannato per reati da stadio e spaccio. Da quanto riporta il SecoloXIX, gli accompagnatori di Grillo avrebbero aggredito giornalisti e fotografi durante la visita nel capoluogo ligure di giovedì mattina. Sul suo blog, Grillo ha provveduto a dissociarsi: "Movimento 5 Stelle si dissocia dai comportamenti violenti e Beppe Grillo non era accompagnato da nessuna guardia del corpo".

Immigrati, la Merkel se ne frega: non invia mezzi nel Mediterraneo


Nonostante le promesse del ministro dell'Interno Angelino Alfano, sono pochissimi i Paesi dell'Eurozona a contribuire alla missione Frontex. Un manipolo di appena otto Stati ha, infatti, messo a disposizione i mezzi necessari a bloccare l'ondata di clandestini che dal Nord Africa punta verso le coste italiane. E tra questi non c'è la Germania.
A sentir parlare Alfano Bruxelles ha "rafforzato le capacità operative di Frontex". Solo sulla carta, però. Perché solo otto Stati membri hanno messo a disposizione mezzi tecnici per l'operazione Triton. Così, il materiale non basta. Tanto che, nelle ultime ore, il direttore esecutivo dell'agenzia Gil Arias si è visto costretto a lanciare una nuova richiesta sperando in "una maggiore partecipazione". La disponibilità è arrivata da Finlandia, Spagna, Portogallo, Islanda, Olanda, Lettonia, Malta e Francia. Tra questi balza subito all'occhio l'assordante assenza della Germania. Da mesi la cancelliera Angela Merkel accusa Roma di non fare abbastanza per contrastare gli sbarchi degli immigrati. Eppure, quando si è trattato di fare la propria parte, si è subito tirata indietro. La Germania si è, infatti, limitata a mettere a disposizione di Frontex il personale specializzato. Non è certo abbastanza per una emergenza epocale che, dall'inizio dell'anno, conta oltre i 120mila arrivi.
"Dai primi di novembre partirà l’operazione congiunta Triton al cui avvio corrisponderà la fine progressiva di Mare Nostrum - ha ricordato Alfano - il rafforzamento di Frontex oggi sembra legato all’intervento nel Mediterraneo, ma in realtà si tratta di un precedente virtuoso per un eventuale intervento più forte, speriamo non necessario, su tutte le altre frontiere europee, a partire da quella dell’Est". Sul fronte del Mediterraneo, però, l'agenzia non ha mezzi a sufficienza per garantire un regolare pattugliamento sull'intero fronte. L’agenzia prevede, infatti, un impiego mensile di due navi d’altura, due imbarcazioni, quattro motovedette, due aerei e un elicottero. "Considerando la vasta area operativa - spiega il direttore esecutivo Arias - la sorveglianza aerea avrà un ruolo chiave che permetterà individuazioni immediate". Per l’operazione Triton, che ha un budget di 2,9 milioni di euro, Frontex opererà sotto il comando ed il controllo delle autorità italiane e lavorerà in stretto coordinamento con la Guardia di Finanza, la Guardia costiera e la Marina. Ma, se questo è il contributo dell'Unione europea, non promette niente di buono.

Calciatore condannato per rapina,arresto



Un calciatore della squadra della Serrese, che milita nel campionato di Promozione, è stato arrestato dalla squadra mobile di Vibo Valentia perché deve scontare una condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione per rapina e lesioni aggravate. Mariano Giuggioloni, di 25 anni, di Vibo, è stato ritenuto responsabile di una rapina compiuta nel 2009 a Genova. E' stato rintracciato dalla polizia in una abitazione di Serra San Bruno.

Si dimettono in 7: Soverato verso il commissariamento Sfiduciato il sindaco Alecci: passo indietro di 4 esponenti della minoranza e di tre dissidenti della maggioranza

Si dimettono in 7: Soverato verso il commissariamento SOVERATO Le dimissioni contestuali di quattro consiglieri di minoranza e di tre dissidenti della maggioranza provocano la "caduta" dell'amministrazione comunale di Soverato e il conseguente commissariamento dell'ente. A rassegnare le dimissioni dal civico consesso sono stati gli sponenti dell'opposizione Francesco Manti, Katia Urzino, Pietro Curatola, Antonello Gagliardi, a cui si sono aggiunti i dissidenti Emanuele Salatino (presidente del consiglio comunale), Gabriele Francavilla e Vittoria Ciaccio. Il Comune di Soverato era guidato dal maggio scorso dal 37enne Ernesto Alecci, che aveva vinto le elezioni, a capo della lista "Verso il futuro", con il 35,5% dei consensi.

Incendiata auto sindaco e vice, arresti Operazione Cc. Inviata anche lettera minacce con proiettile



Hanno incendiato le auto del sindaco e del vice sindaco di Marano Marchesato ed inviato a loro e ad un assessore una lettera di minacce per chiedere l'assunzione di cinque persone. Con questa accusa tre persone, Domenico Mignolo, 27 anni, Alberto Ruffolo (25) e Alberto Novello (22), sono state arrestate dai carabinieri del Reparto operativo e della Compagnia di Cosenza. Il loro obiettivo, hanno riferito gli investigatori, è fallito per "il netto rifiuto opposto dalle persone offese".

Regionali, prove di coalizione per Ferro

Si è tenuta a Lamezia Terme una riunione dei partiti che hanno deciso di far parte della coalizione di centrodestra a sostegno della candidatura dell'ex commissario della Provincia di Catanzaro. A ribadirlo anche Matteoli


CATANZARO "Attorno al nome di Wanda Ferro parte un progetto di reale cambiamento della regione, con il contributo di uomini e donne che hanno le mani libere e vogliono impegnarsi in una scelta che riporti in Calabria normalità, regole, meritocrazia, efficienza amministrativa e coraggio delle scelte". Sono questi i temi - è scritto in un comunicato dell'ufficio stampa di Wanda Ferro - su cui si è concentrata la prima riunione, tenuta oggi pomeriggio a Lamezia Terme, dei partiti che da subito hanno deciso di far parte della coalizione di centrodestra a sostegno della candidatura dell'ex commissario della Provincia di Catanzaro alla presidenza della Regione. "Un progetto che resta aperto a tutti coloro che si possono naturalmente ritrovare in un percorso di centrodestra - dice Wanda Ferro - ma anche a quei movimenti in cui si ritrovano diverse sensibilità e culture politiche, ma che ritengono di sostenere la nostra determinata volontà di imprimere alla Calabria un cambiamento senza compromessi. Anche per questo apriremo il programma al contributo di associazioni, movimenti, organismi di categoria e mondo delle professioni". Presenti al tavolo, presieduto dalla coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli, affiancata da Luciano Vigna, i rappresentanti di Fratelli d'Italia-An, Gianfranco Turino, Francesco Rapani e Francesco Bevilacqua; de La Destra, Alfredo Iorio; di Realtà popolare, Francesco Luzza; Liberal Democratici, Ciro Palmieri; del Nuovo Psi, Michelangelo Frisini e Domenico Fulciniti, e delle Democrazia Cristiana, Eraldo Rizzuti e Sandro Cortese. Wanda Ferro ha ringraziato tutti per il sostegno dato alla sua candidatura. "Una candidatura - ha detto - che è arrivata un po' in ritardo perché la volontà è stata quella di condurre la trattativa solo su temi politici, senza cedere ad alcun compromesso. Nonostante la partenza sia avvenuta in ritardo, la possibilità di vincere è intatta, e lo percepisco girando i territori, dove trovo grandissima attenzione e affetto da parte delle comunità. La gente mi manifesta fiducia e mi chiede di segnare una svolta vera. I cittadini chiedono freschezza, gioventù, moralità, attenzione ai territori e capacità di risolvere i problemi reali dei cittadini". "L'interpartitica - si afferma ancora nella nota - ha avuto soprattutto carattere operativo e dopo avere affrontato le questioni legate alla definizione delle liste e agli adempimenti burocratici, si è soffermata sui principali temi che saranno inseriti nel programma di governo proposto ai calabresi: innanzitutto le grandi questioni del lavoro e del precariato; l'affermazione a tutti i livelli della meritocrazia; la necessità di non polverizzare le risorse europee, indirizzandole invece verso progetti di ampio respiro, capaci di avere reali ricadute sulla regione; una sanità rivolta esclusivamente ai bisogni del cittadino e liberata dalle ingerenze della politica; una burocrazia efficiente e ancora i temi dell'ambiente, del turismo e del contrasto al dissesto idrogeologico".

"Evadere non è reato grave": pagherà un milione all'Agenzia delle Entrate


 Imprenditore condannato a pagare un maxi risarcimento all'Agenzia delle Entrate. Il giudice: "Danno d'immagine"



Aveva dichiarato che "l'evasione fiscale non rappresenta un reato grave": ora Andrea Ghiotto, imprenditore di Arzignano, nel Vicentino, è stato condannato a pagare una multa di un milione di euro a favore dell'Agenzia delle Entrate.


Lo ha stabilito un giudice del Tribunale di Vicenza, dopo che la Direzione regionale della stessa Agenzia si era costituita parte civile. L'imprenditore veneto è stato ora condannato ad un risarcimento milionario a favore del Fisco per danno di immagine.
Le dichiarazioni in questione erano state pronunciate nel corso di un'intervista televisiva seguita ad un'inchiesta sull'evasione nel settore della concia delle pelli nel distretto di Arzignano.

Abbattuta baraccopoli migranti

   A San Ferdinando resterà tendopoli che verrà messa a norma

È stata abbattuta, a San Ferdinando, la baraccopoli nata vicino la tendopoli allestita dalla Protezione civile per dare accoglienza ai migranti impegnati nella raccolta degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro. Si tratta di piccole baracche che erano state realizzate abusivamente dai migranti che non erano riusciti a trovare posto nelle tende. La tendopoli verrà poi messa a norma, igienizzata e affidata alla gestione del volontariato e della parrocchia.


Pd, la vendetta sul marito della Kyenge: cacciato Domenico Grispino


«È una persona onesta intellettualmente che sta pagando lo scotto di avere per moglie Cécile Kyenge». L’ex stretto collaboratore del ministero all’Integrazione non ci gira intorno e descrive in questo modo la situazione di Domenico Grispino, sessantenne ingegnere modenese, ormai quasi disoccupato. Attualmente è il direttore del Consorzio attività produttive aree e servizi della provincia di Modena a cui aderiscono 13 comuni, compreso il capoluogo. Il presidente dell’ente è Anna Maria Vandelli, potente assessore del Pd del Comune di Modena (tra le deleghe urbanistica, edilizia, politiche abitative e aree produttive). Lo stipendio di Grispino è di 90mila euro lordi annui e l’incarico, che occupa dal settembre 2009, non gli è stato confermato. Giusto, diranno i lettori, un po’ di sana rotazione. Ci sono due «però».

I dubbi - Il primo è che l’attuale dirigente Grispino ha preso in mano il consorzio con un bilancio in rosso di 1,6 milioni di euro e lo lascia (dato 2013) con un utile d’esercizio di quasi 2 milioni. Un risanamento che dal 2009 al 2013 è avvenuto in modo costante. Il secondo «però» riguarda i motivi che potrebbero aver portato all’avvicendamento al vertice del consorzio. Infatti Grispino, lo ricorderanno i lettori di Libero, nel dicembre 2013 ci rilasciò dichiarazioni a dir poco scoppiettanti a proposito del Partito democratico (lo stesso del presidente Vandelli). Un’intervista eloquente già dal titolo: «Il ricatto del Pd a mia moglie Cécile». Sotto: «Parla Domenico Grispino: “Le hanno fatto firmare un impegno a restituire 34mila euro di spese elettorali, ma la campagna l’ho pagata tutta io”». Ufficialmente nessuno ammetterà che il motivo della «cacciata» di Grispino sia quell’articolo, benché il rapporto di causa-effetto non venga escluso neppure dal diretto interessato. Infatti quando gli domandiamo se dietro alla sua mancata riconferma possa esserci il colloquio con Libero, la replica è sibillina: «Non posso escluderlo». Continua Grispino: «La presidente Vandelli nei giorni scorsi è venuta e mi ha detto: “So che hai molto ferie non godute, dovresti farle”. Quindi ha aggiunto che il cda ha deciso di fare una nuova selezione per il mio posto e allora io le ho risposto che probabilmente non mi presenterò».

Domandiamo se fosse obbligatoria quella strada. «No» replica sicuro il marito di Kyenge, «tant’è che per essere assunto ho fatto una selezione con altri 13 candidati, mentre quando è decaduto il penultimo cda sono stato rinominato automaticamente». Parafrasando il titolo di un vecchio film, si potrebbe dire che Dio perdona, il Pd no. Il motivo? Risfogliamo quell’intervista: «I candidati sono stati portati come una mandria di vacche a firmare questo “accordo”. Non c’erano alternative c’era il fumus del ricatto» aveva detto Grispino. All’obiezione che quella cifra (circa 34mila euro) moltiplicata per circa 400 eletti aveva come risultato 13 milioni di euro, l’ingegnere aggiunse: «Guardi che il Pd è una macchina da soldi». Il giorno successivo Kyenge, smarrita, diramò un gelido comunicato di dissociazione dalle parole del marito. Dieci mesi dopo mister Kyenge (ma non chiamatelo così se no promette «calci nei maroni») non intende perdersi d’animo e prova a scherzare sulla nuova disavventura: «Le mando il curriculum (19 pagine, ndr) così magari mi aiuta a cercare un posto di lavoro. A 60 anni sono costretto a provare per la prima volta in vita mia l’ebbrezza della disoccupazione».

Quale meritocrazia? - Gli spieghiamo che la sua vicenda rischia di diventare la metafora della suscettibilità del potere: «Lei così mi fa ritornare single, poi mi deve trovare anche la morosa», ironizza. Quindi difende i risultati del suo operato: «Ho preso il consorzio con il bilancio pesantemente in rosso e l’ho portato a realizzare ricavi per quasi due milioni di euro». Quindi riprende il tono scherzoso: «Sa che titolo metterei io? È questa la meritocrazia di Matteo Renzi?». Ce lo dica lei… «Io non ce l’ho con il premier. Questi sono quelli della vecchia guardia, sebbene alcuni siano diventati renziani dell’ultima ora. Ma il presidente del Consiglio che cosa ha cambiato?». Allora insiste? «Io quando l’ho votato speravo intervenisse su queste cose, che premiasse chi ottiene i risultati».
Come ribatte Anna Maria Vandelli alle accuse di Grispino? «In Comune abbiamo deciso di riselezionare tutti i dirigenti e anche per il consorzio abbiamo scelto di seguire la stessa linea». Ma l’ingegnere poteva essere riconfermato? «A norma di statuto sì, ma il consiglio d’amministrazione ha ritenuto di procedere con un avviso pubblico per l’assegnazione». Tra i motivi dell’addio c’è l’intervista in cui l’ingegnere attaccò il Pd? «Non sapevo neanche ne avesse rilasciata una» ride Vandelli. E il fatto che l’ingegnere sia il marito dell’ex ministro Kyenge ha influito sulla decisione? «Diciamo che non lo abbiamo riconfermato proprio per fugare ogni dubbio sulla selezione, trattandosi di un incarico prestigioso e ben remunerato. Visto che ci sono pensieri non limpidi e pregiudizio nei confronti del sistema politico abbiamo deciso di ripartire con il piede giusto».

Obiettiamo a Vandelli che il consorzio con il direttore uscente ha ottenuto buoni frutti. «I risultati sono dei numeri e sono innegabili» è la risposta. «Ma proprio perché Grispino è bravo quando presenterà il suo curriculum, la commissione potrà sceglierlo di nuovo, anche se non sono in grado di escludere che possa presentarsi uno più bravo di lui». Su questo punto Grispino è d’accordo con Vandelli:«Credo anche di sapere il nome di quello più bravo di me. Ma forse mi sto sbagliando».

martedì 14 ottobre 2014

Grillo contestato a Genova: "Vieni a spalare con noi"

Il leader del M5s, Beppe Grillo, è arrivato a Genova per visitare la città dopo l'alluvione ed è stato contestato da un gruppo di ragazzi che da venerdì sta spalando fango al Museo di storia naturale - a cura di LaPresse

Rischio isolamento per Ncd Il senatore Caridi pronto al ritorno in Forza Italia. Alleanza con il centrodestra sempre più a rischio. E il Pd alza le barricate

  Rischio isolamento per Ncd
LAMEZIA TERME E adesso gli alfaniani dovranno fare di tutto per evitare l'isolamento. Ogni giorno che passa è un nuovo masticare amaro. Ieri il documento dell'Udc regionale che – con il solo voto contrario di Franco Talarico – ha chiuso le porte a un accordo con l'Ncd di Gentile. I due partiti correranno da soli, con quale coalizione è ancora difficile dirlo. Il Nuovo centrodestra calabrese paga sulla propria pelle anche lo scontro che si sta consumando tra Berlusconi e Alfano. La "campagna acquisti" dell'ex premier sta dando i suoi frutti. Ieri mattina è stato il senatore siciliano Tonino D'Alì – azzurro della prima ora – a dire addio al ministro dell'Interno per riabbracciare la causa forzista. E non sarebbe finita qui: anche il parlamentare calabrese Antonio Caridi sarebbe pronto a ritornare all'ovile. Non è una questione da poco. In primo luogo perché la maggioranza renziana a Palazzo Madama può contare su numeri assai scarni, per cui altre defezioni potrebbero mettere seriamente a rischio la tenuta del governo. In secondo luogo perché Caridi è l'unico parlamentare rimasto "fedele" all'ex presidente della Regione Peppe Scopelliti. Gli altri senatori – da Piero Aiello passando per Giovanni Bilardi e Nico D'Ascola – hanno invece deciso di legare il loro destino a quello del coordinatore Ncd Tonino Gentile che, come è noto, con Scopelliti ha una guerra aperta.
Il dietrofront del figliol prodigo Caridi non può non essere visto come un passo verso il ritorno degli scopellitiani alla corte dell'ex Cavaliere e della sua pasdaran calabrese Jole Santelli. E, considerati i rapporti ormai freddissimi di Gentile con la coordinatrice forzista – accusata di aver sempre mantenuto un dialogo aperto con Scopelliti e i suoi –, è chiaro che un'eventuale alleanza alle regionali diventa un'ipotesi sempre meno concretizzabile. Anche perché la conditio sine qua non posta da Ncd è lo stop alla ricandidatura dei consiglieri regionali uscenti nelle liste civiche a supporto di Wanda Ferro. Un modo per sbarrare la strada proprio a Scopelliti – che sta lavorando alla sua "Calabria futura", dove potrebbero trovare posto i fuoriusciti alfaniani Orsomarso e Salerno – e al tempo stesso tentare di assicurare al partito una buona performance alle urne.
Ma, complice il clima avverso a Roma, Gentile rischia di trovarsi tutte le porte sbarrate. Ieri anche la direzione regionale del Pd – con il segretario Magorno in testa – ha ribadito il suo secco no ad accordi con gli alfaniani, con lo stesso Oliverio che sarebbe più propenso a una "partnership" con lo Scudocrociato più che con i gentiliani. Che ora devono stare attenti. Per non rimanere soli.

Corruzione, arrestati un ufficiale della Gdf e un imprenditore farmaceutico

Napoli, indagine su presunte irregolarità nelle verifiche fiscali. In manette il colonnello Fabrizio Giaccone e Nazario Matachione. Ai militari Rolex per ammorbidire i controlli

 Il colonnello della guardia di finanza Fabrizio Giaccone e l'imprenditore farmaceutico Nazario Matachione sono stati arrestati con l'accusa di corruzione. L'arresto è stato eseguito dalla Gdf nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Piscitelli e dai pm Woodcock e Carrano.

Corruzione, arrestati un ufficiale della Gdf e un imprenditore farmaceutico
Nei confronti di Giaccone, ex comandante della Finanza a Fiumicino, e di Matachione sono state eseguite ordinanze di custodia su richiesta dei magistrati della Procura di Napoli. Si tratta degli sviluppi dell'indagine che a luglio portò all'arresto del colonnello Fabio Massimo Mendella per presunte irregolarità nelle verifiche fiscali. Lo stesso Mendella risulterebbe coinvolto in quest'ultimo filone di indagine.

Rolex per ammorbidire controlli - Il colonnello è accusato di corruzione per avere ricevuto dall'imprenditore Nazario Matachione Rolex, altri oggetti di valore e viaggi gratis per Parigi e New York in cambio di verifiche fiscali compiacenti. Fatti accaduti quando era comandante del gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata (Napoli). Accuse analoghe anche per il colonnello Mendella, già detenuto.

Indagato il generale Vito Bardi - Nella stessa inchiesta risulta inoltre indagato il generale Vito Bardi, ex vicecomandante generale già coinvolto nel filone di inchiesta che portò in carcere Mendella. I pm ipotizzano nei suoi confronti l'accusa di rivelazione di segreto: avrebbe rivelato a Mendella, cui era molto legato, il contenuto di un esposto anonimo che faceva riferimento ai rapporti tra lo stesso Mendella e l'imprenditore farmaceutico Nazario Matachione.

'Ndrangheta:fermato sindaco S.Ferdinando

Operazione Cc. Coinvolti anche v.sindaco e consigliere minoranza 
 

Il sindaco di San Ferdinando Domenico Madafferi, da due anni iscritto al Pd, è stato sottoposto a fermo, insieme ad altre 25 persone, dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Dda contro la cosca Bellocco. Fermati anche il vicesindaco Santo Celi ed un consigliere comunale di minoranza, Giovanni Pantano, tra i fondatori del locale meet up del M5S. Sequestrati alcuni ristoranti e negozi.

Luxuria a cena da Berlusconi

Luxuria a cena da Berlusconi, ecco cosa si sono detti

Se non se ne convincerà da solo, lo prenderanno per stanchezza. Perché Francesca Pascale e Vladimir Luxuria non hanno nessuna intenzione di cedere: Silvio Berlusconi deve dire sì alle unioni gay. Ieri sera, lunedì 13 ottobre, si sono incontrati tutti e tre a Villa San Martino, ad Arcore, dove hanno cenato e parlato. "Sapete che facciamo? Io e Francesca non gli daremo tregua", dice Luxuria al Corriere prima di varcare la soglia di casa Berlusconi.
"Francesca ha detto che Silvio per me è favorevole alle unioni gay e comunque chiedetelo a lui. Gasparri ha risposto che non è così. Io lo guarderò negli occhi e glielo chiederò". La sinistra del resto, ha "rotto le scatole dicendo che certe leggi non si potevano fare perché non voleva la destra. E se ora Berlusconi apre come la mettiamo?". Ma Maurizio Gasparri continua sulla sua linea: " A me Berlusconi ha detto di essere contrario ai matrimoni e alle adozioni gay. Se a me dice una cosa e ad altri un'altra non è colpa mia. E comunque il primo parlamentare di destra a discutere con Luxuria è il sottoscritto".

Napoli, picchiata la moglie del giovane accusato di aver seviziato un 14enne

Secondo il legale dell'uomo, la donna sarebbe stata aggredita davanti al carcere di Poggioreale mentre era in attesa per parlare con il marito


La moglie di Vincenzo Iacolare, il ventiquattrenne arrestato con l'accusa di aver seviziato con un compressore un ragazzo di 14 anni a Napoli, è stata aggredita da alcuni sconosciuti davanti al carcere di Poggioreale. Lo ha reso noto l'avvocato Antonio Sorbilli, difensore di Iacolare. Il legale ha spiegato che la donna è stata picchiata mentre era in fila in attesa di entrare per un colloquio con il marito

Riccardo Muti, se difficoltà da italiani



"Se ho avuto delle difficoltà durante la mia carriera, sono state create da persone del nostro Paese". A dirlo è stato il maestro Riccardo Muti che oggi, a Reggio Calabria, ha ricevuto la laurea honoris causa dell'università per stranieri Dante Alighieri, riferendosi alla "cattiva abitudine tutta italiana, di essere i maggiori denigratori di noi stessi". Muti, rispondendo ai giornalisti, ha detto "di non entrarci nulla con l'Opera di Roma. Parliamo di Calabria".

lunedì 13 ottobre 2014

A 130 metri di profondità, vicino le Lipari, mini-sommergibili trovano un sommergibile di duemila anni fa

Eolie, trovato sommergibile di duemila anni nei fondali marini- Durante le ricognizioni archeologiche eseguite dalla Soprintendenza del mare in collaborazione con la Global Underwater Explorers, due mini-sommergibili, hanno trovato vicino le isole Lipari, a 130 metri di profondità, una nave affondata 2000 anni fa. Sulla scoperta è intervenuto il il soprintendente del Mare Sebastiano Tusa, che ha dichiarato: ” il risultato più eclatante è stato il ritrovamento di un reperto eccezionale: un altare in terracotta su colonnina con decorazione in rilievo ad onde marine. A bordo si sacrificava agli dei dopo aver superato un passaggio difficile, prima di salpare o prima di arrivare al fine di trovare genti non ostili e ristoro alla navigazione”.

Eolie, trovato sommergibile di duemila anni nei fondali marini, fonte Repubblica

Durante le ricognizioni, svoltesi sui fondali di Cala Levante, Cala Tramontana,  Cala Gadir , Panarea e Lipari, sono affiorate molte anfore, di origine greco italiche, ma la cosa che più ha attratto i ricercatori, sono state le ancore, rinvenute soprattutto tra le Lipari e Panarea, che dimostrano come quel luogo fosse il luogo di sosta ed ancoraggio lungo le rotte antiche che interessavano l’arcipelago eoliano. Sul sommergibile, sono state rinvenute molte cose antiche ed anche un’incisione in Greco formata da tre lettere.


StuntMan terrore in diretta precipita da 1200 m | VIDEO SHOCK

Un temerario chirurgo appassionato di ginnastica in situazioni estreme è caudto dalla cima di una montagna in Norvegia mentre realizzava volteggi alla sbarra. Le agghiaccianti immagini.


Ragazza sequestrata per gelosia, arresto Fidanzato vittima denuncia aggressione, liberata da carabinieri


(RC )- Un uomo, R.A.P., di 36 anni, è stato arrestato e posto ai domiciliari dai carabinieri a Reggio Calabria per sequestro di persona, minaccia, porto abusivo di armi, e lesioni gravi. Il trentaseienne, probabilmente per motivi passionali e di gelosia, ha aggredito e picchiato una ragazza polacca e poi l'ha presa in ostaggio. Il fidanzato della ragazza ha denunciato l'accaduto ed i carabinieri sono riusciti a rintracciarla ed a liberarla.

domenica 12 ottobre 2014

Ncd, si dimettono 62 presidenti dei circoli vibonesi

Ncd, si dimettono 62 presidenti dei circoli vibonesi 

 VIBO VALENTIA "Pensavamo che il Nuovo Centrodestra potesse diventare un modello di proposizione di politica nuova e autentica, purtroppo si è rivelato l'esatto contrario e ha deluso tutte le nostre aspettative". E' quanto si legge in un documento con il quale i presidenti di 62 circoli della provincia di Vibo Valentia, vicini alle posizioni dell'assessore al Lavoro della Regione Calabria, Nazzareno Salerno, si autosospendono dal partito di Angelino Alfano. "In questi mesi, a dispetto degli slogan e delle mere enunciazioni di facciata - affermano - non vi è mai stato un reale coinvolgimento della base. Se all'inizio vi era uno specifico motivo per il sostegno del governo nazionale, successivamente i fatti hanno dimostrato una debolezza nel confronto e nella proposizione delle idee, derivanti appunto dal mancato dialogo con i territori, che ha impedito l'affermazione dei principi e dei valori del centrodestra. Principi e valori nei quali noi continuiamo a riconoscerci e che, di certo, non abbandoneremo per rimanere arroccati su posizioni di potere che, peraltro, non producono alcun vantaggio per la collettività". "Non possiamo restare - prosegue il documento - alleati di un centrosinistra che, con le maschere dell'apparenza e della propaganda, cela il suo vero ed immutabile volto. Il metodo adottato nella conduzione regionale e provinciale del partito ha poi palesato una insopportabile carenza di democrazia che ha generato incomprensioni e tensioni divenute così forti ed evidenti da non rendere possibile la permanenza nel partito. Atteggiamenti assurdi e inspiegabili, dunque, che senz'altro non fanno bene alla politica". "In riferimento alle prossime elezioni regionali - prosegue il testo del documento - viene chiarito che il nostro sostegno andrà a una candidata autorevole quale Wanda Ferro, la cui storia testimonia la competenza amministrativa, oltre che le indiscutibili qualità della persona. La nostra passione politica ci spinge a condurre la battaglia al suo fianco nella convinzione che l'efficienza, la trasparenza, l'entusiasmo, l'esperienza e l'attaccamento al territorio calabrese, di cui ha dato ampia prova, siano ciò che serve per completare il processo di sviluppo della nostra regione".

Approvato il codice della strada: Ergastolo della patente e nuove multe. Ecco tutte le novità


patente 1

Confermata con il “sì” dell’aula della Camera la riforma del codice della strada. Il testo, approvato con 246 sì e 9 no passa al Senato. M5S ha provato a far mancare, senza riuscirci, il numero legale uscendo dall’Aula sul voto finale Ecco le principali innovazioni che saranno introdotte dalla delega:
Ergastolo della patente: la patente verrà revocata a vita a chi verrà accusato di omicidio colposo per una violazione del codice della stradale. La revoca a vita sarà comunque prevista in caso di omicidio colposo effettuato da conducente alla guida con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o sotto l’effetto di stupefacenti ovvero in caso di omicidio colposo con più vittime o con morte di una persona e lesioni di una o più persone
L’omicidio stradale: la delega prevede la possibilità di introdurre nel codice penale, con una opportuna modifica, la fattispecie dell’omicidio commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale come necessariamente doloso e non colposo, in particolare se commesso da soggetti alla guida ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti.
Proventi multe per più controlli: una quota non inferiore al 15 per cento dei proventi delle multe riscosse da organi dello Stato andranno a un fondo per l’intensificazione dei controlli su strada e a un fondo per il finanziamento del piano nazionale di sicurezza stradale.
In città a 30km/ora: la delega prevede la possibilità di ridurre dei limiti di velocità nelle aree urbane a 30 km/h nelle vicinanza di scuole, ospedali etc.
Attenzione alle biciclette: promozione della sicurezza delle biciclette, in particolare per i ciclisti di età inferiore a 14 anni, e disposizioni per favorire l’accesso di biciclette, ciclomotori e motocicli nelle corsie riservate ai mezzi pubblici.
Strisce blu: la multa per chi “sfora” il tempo del parcheggio sulle strisce blu dovrà essere “graduale” e tenere conto del tempo di permanenza illegittimo.
Scooter in autostrada: arriva la possibilità di circolazione sulle autostrade e sulle superstrade per i motocicli di cilindrata superiore a 120 cc, se condotti da maggiorenni. In autostrada oggi possono circolare solo le moto sopra i 150cc.
Banche dati:verrà istituita una banca dati unica delle infrazioni stradali, ed i dati su veicoli e patenti potranno essere utilizzati liberamente in formato open source.
I punti: Le sanzioni saranno graduate in funzione dell’effettiva pericolosità del comportamento. I punti verranno decurtati anche ai soggetti minorenni per le infrazioni a bordo dei ciclomotori, e non solo ai maggiorenni come accade oggi.
Car pooling: verrà introdotta una definizione di car pooling inteso come servizio di trasporto non remunerato basato sull’uso condiviso di veicoli privati tra due o più persone che debbano percorrere uno stesso itinerario.
E via libera ai ciclo-taxi: è prevista la possibilità di “svolgere servizio di piazza con velocipedi”.
Sanzioni per chi viola i parcheggi rosa: parcheggiare indebitamente negli spazi assegnati dai Comuni al parcheggio per donne incinte o con bimbi piccoli, farà scattare multe e sanzioni”.
Assicurazione controllata telematicamente: via libera a disposizioni per favorire la diffusione e l’installazione di sistemi telematici per rilevare lo stato della revisione e l’esistenza e la validità dell’assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile verso terzi del veicolo, nonché se il veicolo è sottoposto ad una misura di sequestro o confisca penale o oggetto di denuncia di furto. E pene più aspre arriveranno per chi circolerà senza assicurazione.

Davide batte Golia: Equitalia viene pignorata

La vittoria di un giovane avvocato di Reggio Calabria: l'ente di riscossione perde una causa ma non vuole pagare. Arriva l'ufficio giudiziario

Come ci sia riuscita non si sa. Ma c'è riuscita. Una giovane avvocato di Reggio Calabria ha vinto la causa impossibile, quella contro Equitalia.

 

È riuscita addirittura a pignorare i suoi beni a dimostrazione che talvolta anche Davide riesce a mettere al tappeto Golia.
La storia risale al 2011 quando una cittadina reggina riceve a casa la più classica delle cartelle di Equitalia. Quattro o cinque contravvenzioni della polizia municipale di Reggio non pagate che sono lievitate a oltre 500 euro. La signora, disperata, si rivolge a un avvocato, Samantha Farcomeni, che prende in carico il caso e, dopo aver studiato la pratica, avanza vizi nella cartella esattoriale: l'inesistenza giuridica della notifica della cartella; la decadenza dal diritto di procedere a riscossione; ma, soprattutto, l'ingiustificata maggiorazione della sanzione per ritardato pagamento. Ed è proprio su quest'ultimo punto che il legale cita in giudizio sia il Comune di Reggio sia l'ente di riscossione, chiedendo l'annullamento della cartella illegittima. Con i tempi soliti della giustizia italiana, la sentenza arriva nel dicembre del 2013. Il giudice di pace annulla la cartella e condanna in solido sia il Comune di Reggio Calabria sia Equitalia al pagamento delle spese legali quantificate in 450 euro.
Il tempo passa, nessuno dei due soggetti si fa vivo con l'avvocato. Di pagare il conto, insomma, nemmeno l'idea. Così l'avvocato Farcomeni passa alle maniere forti: il 18 luglio scorso fa partire l'atto di precetto ovvero l'intimazione volta ad ottenere i soldi, concedendo i soliti 10 giorni di tempo. Non succede nulla. Equitalia, puntualissima nel pretendere i pagamenti a suo favore, non lo è quando è lei a dover pagare. Dunque, il 25 settembre, l'avvocato Farcomeni ordina all'ufficiale giudiziario di riscuotere i soldi «a casa» del debitore, ovvero agli sportelli di Equitalia. «Sapendo che il Comune di Reggio, ad oggi commissariato in vista delle elezioni, non ha in cassa un centesimo - spiega Farcomeni - mi sono rivolta all'altro debitore che avrebbe garantito il recupero del credito in maniera certa e in tempi rapidi. Tutto l'impianto della sentenza si è basato sulla illegittima maggiorazione della sanzione. Questo unico motivo ha assorbito tutti gli altri e ciò ha annullato e travolto le ragioni di Equitalia». Per la prima volta in Italia le parti si sono invertite. Una volta tanto ad essere moroso non è il cittadino, ma quell'ente che non si vergogna a mandare cartelle esattoriali a raffica, che intima pagamenti passando sopra a tutti, che sta col fiato sul collo dei contribuenti senza pietà, ma che poi, quando deve pagare si gira dall'altra parte. Oltretutto per una cifra così ridicola. «Sono imbarazzata ma soddisfatta - sorride l'avvocato Farcomeni - chi di spada ferisce di spada perisce. Questa è una sorta di rivincita nei confronti di quanti vengono vessati e martoriati da quel mostro che è Equitalia e che mi auguro presto venga smantellato». Farcomeni for president .

sabato 11 ottobre 2014

Le due ragazze austriache arruolatesi nell'Isis vogliono tornare a casa. Vienna: "Impossibile"

Diciassette e 15 anni, Samra e Sabina erano scappate di casa ad aprile. Dopo aver sposato due miliziani ed essere rimaste incinte, vogliono tornare a casa, ma il governo austriaco dice no

Due ragazze austriache di 17 e 15 anni di origine kosovara, lo scorso mese di aprile sono scappate di casa per andare ad arruolarsi nelle file dell'Is, in Siria, spinte dalla voglia di cambiare stile di vita e unirsi alla lotta dei fondamentalisti islamici nel "nome di Allah".

Due ragazzine lasciatesi irretire in un gioco più grande di loro, diventate le "ragazze immagine" per la jihad in Siria. Ora, però, Samra Kesinovic e la sua amica Sabina Selimovic stanno cercando disperatamente di tornare nel loro Paese. Stando a quanto riferito dai media austriaci citati dal Daily Mail, infatti, le due adolescenti avrebbero contattato le loro famiglie chiedendo un aiuto per tornare a casa. Scomparse da Vienna il 10 aprile scorso, avevano lasciato un biglietto ai genitori in cui chiedevano di non cercarle: "Serviremo Allah e moriremo per lui". Arrivate nella città siriana di Raqqa, roccaforte dei jihadisti dello Stato islamico, avrebbero sposato combattenti ceceni e ora sarebbero entrambe incinte. Secondo fonti della sicurezza citate dal quotidiano austriaco Oesterreich, le due ragazze non avrebbero alcuna possibilità di tornare a casa dopo la notorietà internazionale conquistata con la pubblicazione delle loro fotografie su internet. Lo stesso portavoce del ministero dell’Interno di Vienna, Karl-Heinz Grundboeck, ha sottolineato che per certe persone "una volta partiti è quasi impossibile" tornare in Austria.  Si stima che siano circa 160 gli austriaci unitisi ai jihadisti attivi in Iraq e Siria.

Sicilia, strani fenomeni nella “Galleria dei misteri”, indaga l’Arpa

Un rogo improvviso ha distrutto un autocompattatore nella galleria di Tremonzelli, dopo tanti altri blackout e problemi tecnici. Indaga l’ARPA.

Ha fatto e fa ancora oggi discutere di se la galleria di Tremonzelli, sulla autostrada Palermo – Catania, nel cuore della Sicilia e già ribattezzata la “galleria dei misteri”. In questo tratto da circa vent’anni, si verificano strani fenomeni, che hanno spaventato numerosi automobilisti che si sono trovati ad essere testimoni degli eventi. Nel 2010 il giornalista Adolfo Fantaccini rimase fermo con la sua auto in panne ed i fari in black out all’interno della galleria. Nel 2011 la galleria rimase chiusa per molto tempo a causa di un autoarticolato andato a fuoco, trasportava latte. A Maggio del 2013 una scolaresca di Modica con il pullman rimase ferma a causa di una avaria nella galleria stessa. Ad Agosto 2013 un autocompattatore che stava transitando nel tunnel, si è incendiato misteriosamente. A Settembre 2013 un Pullman si è bloccato all’interno della galleria per una avaria non ben chiarita, La mente è immediatamente volata agli ormai noti fatti di Canneto di Caronia, in provincia di Messina, dove dal 2004, si riscontrano analoghi fenomeni con casi di autocombustione nelle case, nelle auto e in strada.
Galleria Tremonzelli, Autostrada Palermo Catania
Galleria Tremonzelli, Autostrada Palermo Catania, fonte nextme.it
Nonostante le verifiche effettuate dai tecnici dell’Anas – che escludono qualunque problema di natura tecnica – il mistero rimane fitto. Qualcuno ha parlato di campi elettromagnetici che interferirebbero con apparecchiature elettriche installate in zona, causando incendi. Notizia ed informazione redatta attraverso le fonti di palermotoday.it, livesicilia.it,nextme.it.
La zona di Tremonzelli, inoltre, è tristemente famosa per un gran numero di incidenti verificatisi negli ultimi anni. Vi può essere una connessione con gli strani fenomeni che si sono registrati recentemente? Del caso, comunque, se ne sta occupando anche l’ARPA, l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente, che ha installato due centraline per tentare di risalire all’origine dei misteriosi roghi.

venerdì 10 ottobre 2014

Infermiere ucciso, fu bruciato vivo Accertamenti del medico legale,inizialmente ipotesi era suicidio


VIBO VALENTIA, 10 OTT - Fu bruciato quando era ancora vivo Nicola Colloca, l'infermiere di 48 anni scomparso il 25 settembre 2010 e trovato carbonizzato, all'interno della sua Opel Corsa, il giorno successivo in una zona di campagna tra Pizzo e Maierato. E' quanto è emerso dalla consulenza del medico legale Giuseppe Arcudi, incaricato dal sostituto procuratore di Vibo Valentia, Michele Sirgiovanni, che dirige le indagini dei carabinieri. L'ipotesi è di omicidio premeditato.

Alluvione a Genova, auto sommerse dall’acqua. Almeno due dispersi

genova03A Genova e’ di nuovo alluvione. Il torrente Bisagno e’ esondato nella zona di Brignole, la stessa del novembre del 2011. L’area di Borgo Incrociati, San Fruttuoso, fino a piazza Martinez, piazza verdi, corso Sardegna e corso Torino, piazza delle Americhe sono alluvionate. In via Tolemaide e in via Casaregis le auto parcheggiate galleggiano letteralmente lungo la via. Problemi anche nei quartieri di Marassi e Molassana. Una tempesta di fulmini è caduta su tutto il centro città con problemi di blackout elettrici in diversi quartieri. La polizia municipale sta monitorando l’area.
genova04I vigili del fuoco, dirottati a Montoggio, nell’entroterra, in valle Scrivia, dove in serata e’ esondato il torrente Scrivia, non possono intervenire a Genova. A Montoggio si contano due dispersi, ricercati dalle squadre dei sommozzatori dei vigili del fuoco. Secondo quanto appreso, numerose auto e mezzi sono stati travolti dalla piena. La situazione e’ allarmante. Sul posto sono stati inviati vigili del fuoco e sommozzatori per verificare se vi siano persone rimaste intrappolate nelle vetture. Dalla centrale operativa del 118 sono stati inviati numerosi mezzi sul posto in caso si verificasse la necessita’ di soccorrere eventuali feriti.

Marita Comi. Intervistata a Matrix da Luca Telese ieri, giovedì 9 ottobre, la moglie di Massimo Bossetti,

"Mio marito per me è innocente, quello che è successo è uno sbaglio". Continua a credere nell'innocenza del marito Marita Comi. Intervistata aMatrix da Luca Telese ieri, giovedì 9 ottobre, la moglie diMassimo Bossetti, in carcere con l'accusa di aver ucciso Yara Gambirasio, dice di capire "il dolore" della famiglia, "però sono sicura dell'innocenza di mio marito e che l'assassino è ancora in giro".
Il test e l'arresto - La Comi parla di quando hanno preso il dna del marito e del giorno dell'arresto. "Tornavamo dalla clinica con i bambini. Ci hanno fermati per strada, pensavo fosse un normale posto di blocco. Ma era strano, perché c'erano due pattuglie di carabinieri con il mitra. Hanno fatto tutti i controlli e poi l'alcoltest, per due volte, ma si sono scusati perché la macchinetta non funzionava. Abbiamo scoperto dopo il motivo". Il giorno dell'arresto, racconta Marita, "stavo guardando Studio Aperto. Il primo titolo era: preso l'assassino di Yara. Io ho detto a mio figlio: Bene, bene l'hanno preso". Dopo pochi minuti sono arrivati carabinieri e polizia: "Mi hanno detto che mio marito era Ignoto 1. Mi è crollato il mondo addosso". Il giorno seguente, alla tv, hav visto il momento del fermo: "Era sconvolto. Mi ha raccontato che l'hanno ammanettato subito. Gli hanno detto Non parlare, non guardarci negli occhi, tieni bassa la testa. Mi ha detto che in carcere i carabinieri hanno fatto la foto con lui con il telefonino".
Una spiegazione per tutto - Giustifica tutto Marita Comi. Sulle ricerche in internet con le parole "tredicenni", la moglie di Bossetti crede sia "unerrore, oppure non è vero niente". Anche perché se solo avesse avuto il sospetto che suo marito interessavano le ragazzine "avrei pensato a proteggere le mie bambine prima di tutto".  Anche sul Dna Marita vuole credere al marito: "Prima vorrei essere certa che fosse il suo, poi non lo so spiegare come non lo sa spiegare lui".  E crede anche alla suoceraEster: Massimo è figlio di Giovanni Bossetti e non di Giuseppe Guerinoni. "Lei ne è convinta e le credo, anche per rispetto di mio marito. È sua madre. Mi hanno sempre detto che il mio bambino assomiglia al nonno Gianni. Sta male, ma è andato a trovare Massimo un paio di volte". Lei ci va tutte le settimane: "E' provato, dimagrito, stanco, depresso. Ha paura" e quando, giovedì scorso "ha visto il primo figlio, siamo tutti crollati, ci siamo commossi". 

Dipendente Comune brucia rifiuti,arresto Carabinieri hanno sequestrato area e autocompattatore Ente


Catanzaro - Raccoglieva i rifiuti ad Andali ma invece di portarli all'isola ecologica, andava in una zona di campagna e li bruciava. Per questo motivo i carabinieri del Noe di Catanzaro hanno posto agli arresti domiciliari un dipendente del Comune, Giuseppe Stanizzi, 39 anni, accusato di incendio doloso di rifiuti in base alla nuova normativa della terra dei fuochi. I carabinieri hanno sequestrato l'area e l'autocompattatore. Le indagini proseguono per definire compiutamente la vicenda.