Trentacinque cittadini algerini hanno fatto perdere le loro tracce appena atterrati all'aeroporto di Fiumicino a Roma. In piena allerta terrorismo internazionale, e dopo le minacce dello Stato Islamico proprio a Roma e all'Italia, nel cuore della cristianità, scompaiono inghiottiti nel marasma dei gates capitolini, più di trenta nordafricani. Degli algerini non si conosce né identità né provenienza: si crede siano approdati al Leonardo da Vinci facendo scalo dalle tratte in provenienza da Algeri o Istanbul.
La dinamica - La denuncia è scattata ieri mattina, 1 ottobre, nel corso di un'accesa assemblea dei poliziotti della Polaria, come nota Il Messaggero, convocata dai sindacalisti della Consap a Fiumicino. Svelati alcuni nodi del poco chiaro (inizialmente) scenario, la bolla esplode quando la notizia arriva all'orecchio del Capo della Polizia Alessandro Pansa: esplode ufficialmente il "caso algerini". In pratica dev'essere successo questo: l'aereo atterra, il portellone si apre, gli stranieri mettono piede a terra e scappano di corsa. Niente navette per raggiungere fisicamente l'aeroporto, al contrario fuggono mimetizzandosi (qualcuno giura di averli visti indossare le tute del personale aeroportuale, per mimetizzarsi). Ad ogni modo, gli algerini scappano, scavalcano le recinzioni e svicolano con buona pace della security del Leonardo da Vinci.
Identikit - "E' più facile immaginare che le strane sparizioni di Fiumicino siano legate al traffico umano dell'immigrazione clandestina o alla malavita organizzata, magari legata ai movimenti di droga", afferma Andrea Margelletti, presidente del CeSi (Centro Studi internazionali) che però aggiunge: "Visti i tempi che corrono bisogna essere prudenti, nulla è da escludere". E' infatti, del resto l'identità dei 35 algerini è tutt'ora sconosciuta e non si sa nemmeno da dove siano partiti, se da proprio da Algeri o da Istanbul. E' chiaro che dal 24 settembre, dopo la decapitazione a 110 chilometri a est della capitale, Algeri, di Hervé Goudel, il turista francese finisto nelle mani dell'Is (tramite il gruppo afiliato Jund Al-Khilafa) c'è poco da minimizzare. Sotto accusa ora il sistema E-gate, la lettura automatica dei passaporti operante ai varchi: ne legge fino a 4 contemporaneamente, peccato che non sia in grado di codificare apostrofi e accenti, e il rischio che qualche segnalato in questo modo la scampi, in questo senso, è elevato.
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