Dopo la resa dei conti nella direzione Pd sulla riforma del lavoro, al
Nazareno la minoranza si prepara per ribaltare il tavolo cercando strade
alternative al renzismo. L'attacco di Massimo D'Alema e
Pier Luigi Bersani al premier ha lasciato una coda di polemiche. Il
partito di fatto è spaccato e la guerra sulla riforma del Lavoro e
dell'articolo 18 agita ancora le acque del Pd. Cuperlo, Baffino e
Bersani fanno blocco contro i renziani e in Parlamento preparano
l'imboscata. Ma gli sgambetti a quanto pare non saranno solo in Aula, i
ribelli dem starebbero portando avanti anche un piano che prevede la
scissione. In pubblico D'Alema e Bersani negano questa ipotesi, ma di
fatto come più volte ha ricordato Pippo Civati "se Renzi non cede sulla
riforma del lavoro non è possibile scartare alcune soluzioni...".
Un partito per Baffino - La mossa a sorpresa, ovvero la scissione, secondo quanto racconta il Foglio,
potrebbe arrivare proprio da Massimo D'Alema. Secondo i rumors
riportati dal quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, Baffino starebbe
pensando ad un partito tutto suo, indipendente dal Pd ormai feudo di
Renzi. "Un autorevole esponente della cosiddetta sinistra radicale - si
legge su ilFoglio - raccontava qualche giorno fa di aver
incontrato D’Alema che gli ha detto scherzosamente una frase del tipo: a
questo punto potremmo anche fare un partito insieme". L'ipotesi viene
presentata come una boutade, ma a quanto pare al Nazareno, sponda
Baffino, si fanno già i calcoli su quanto potrebbe valere in termini di
consenso un ipotetico partito di sinistra guidato da D'Alema e Bersani.
Quanto vale il partito - Sempre secondo le indiscrezioni raccolte da il Foglio, un soggetto del genere potrebbe comunque prendere intorno all’otto per cento.
Ma un ostacolo blocca il piano secessionista dei ribelli dem: la nuova
legge elettorale. Se dovesse passare al partito dalemiano servirebbe
almeno il 5 per cento per entrare in Parlamento, quota più realistica se
si mettono da parte le suggestioni dei sondaggisti che parlano appunto
dell'otto per cento. Così la minoranza dem preferirebbe andare al voto
con il Consultellum, l'attuale legge elettorale in vigore dopo la
bocciatura da parte della Consulta del Porcellum.
La legge elettorale
- Con un proporzionale puro il partito di D'Alema avrebbe più peso in
Parlamento e dunque gioco facile nel tenere a bada il Pd renziano.
Insomma l'ipotesi di una scissione appare in questo momento remota, ma
dopo la direzione Pd e il regolamento di conti gli avvertimenti delle
scorse settimane e le minacce a Renzi da parte di Civati, Cuperlo,
D'Alema e Bersani potrebbero trasformarsi in una frattura che potrebbe
ribaltare tutti gli equilibri politici. Non solo a sinistra.
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